Nel cuore di Avenza, piccioni...e tarponi PDF Stampa E-mail
Avenza news
Martedì 10 Giugno 2008 00:00

«Ad Avenza ovest c’è una giungla lussureggiante, con tanto di liane: non ci sono ancora i macachi, ma in compenso cani, gatti e topi non mancano!».
La denuncia è del forzista Cesare Micheloni, consigliere provinciale e della Circoscrizione 4, che spiega: «All’angolo tra via Monzone e via Casola, vi sono due fabbricati con annessi terreni incolti e abbandonati da anni. Le strutture, purtroppo, oltre che dagli animali sono occupate abusivamente da extracomunitari e balordi, come mi hanno confermato sia Polizia che Carabinieri più volte intervenuti, e i cittadini, soprattutto ora che è scoppiata l’estate, lamentano odori nauseabondi derivanti da rifiuti di ogni tipo. Lo scenario – prosegue Micheloni – fa da cornice al giardino pubblico adiacente, anch’esso in uno stato scandaloso: recinzione divelta, erba alta, rami di alberi pericolanti, cartoni, rifiuti, escrementi: uno scenario da girone dantesco! Insomma, siamo di fronte a un forte rischio igienico ambientale e a un palese stato di degrado pubblico e privato. Come gruppo consiliare, denunceremo al sindaco e agli organi competenti lo stato della zona ovest di Avenza, che in tutto occupa una superficie di oltre 2000 metri quadrati».
Ma anche Avenza est, in pieno centro storico, è nel mirino di Micheloni, o meglio: nel mirino ci sono i… piccioni, che infestano piazza Finelli e imbrattano la chiesa di San Pietro. «La piazza – aggiunge il consigliere – è ricoperta di escrementi di piccioni e di avanzi di mangime che richiamano grossi topi dal vicino Carrione, i “tarponi”, in carrarino. Il tanfo anche qui è insopportabile e questo è lo spettacolo che si presenta ai residenti e ai (pochi) turisti che visitano il centro storico avenzino. Dopo una nostra segnalazione, ci è stato riferito che la zona sarebbe stata sottoposta a derattizzazione, ma nulla pare essere cambiato e col caldo al disagio si somma il rischio di un serio problema igienico-sanitario. Pure in questo caso – conclude Micheloni –, ci rivolgeremo al sindaco, affinché disponga la distribuzione di mangime anticoncezionale, un sistema non violento, con buona pace degli animalisti, che rende sterili le femmine. Dalle notizie che abbiamo appreso, tale mangime, formato da chicchi di mais, troppo grossi per essere beccati da altri uccelli, dovrebbe garantire un intervento mirato, a bassissimo impatto ambientale».


Nota: L’articolo è stato pubblicato da La Nazione

 
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