Dalla pietra bianca e dura al legno tenero e armonico; le mani callose di un marmista che, per passione, si fanno ferme e precise come quelle di un chirurgo... È la «doppia vita» di Fausto Girometta, che da poco ha avviato un laboratorio di liuteria ad Avenza, in via Mostaceccola. «Sono allievo nonché genero – racconta – del maestro Ferdinando Palagi. Il mio mestiere è il marmista, ma da sempre sono appassionato di strumenti ad arco, soprattutto violini, che costruisco interamente a mano, senza usare parti fatte in serie. Inizio da due tavole, una di acero dei Balcani per realizzare il fondo, il manico con il ricciolo e le fasce che completano la struttura dello strumento, e un’altra di abete della Val di Fiemme per il piano armonico». Per costruire un violino, Girometta lavora circa tre mesi, dopodiché, finalmente, arriva il momento di valutare la bontà del risultato, la qualità del suono immaginata intaglio dopo intaglio. «Per me – racconta – quello della prova musicale è l’attimo più bello. Per ascoltare la “voce†di ogni mia creatura, mi reco alla scuola di musica della professoressa Anna Maria Hoka Leonardi, a Carrara: quando sgorgano le prime note è un’emozione unica…». L’arte liutaia carrarese, sebbene poco nota, ha origini lontane. Il capostipite dei liutai fu il maestro Cesare Maggiali, che insegnò i segreti del mestiere a Ovidio Giarelli, il quale, a sua volta, li tramandò ad altri «discepoli», tra cui Ferdinando Palagi, artigiano appezzato anche a Cremona, la patria del mitico Stradivari. Pochi sanno che addirittura Joe Venuti, il più grande violinista jazz di sempre, giunto in Italia nel ’71 per una tournée organizzata dal compianto maestro Dino Termine, dopo aver subito il furto a Milano di due preziosissimi violini scelse di usare in prestito uno strumento di Palagi. Girometta è l’unico seguace di Palagi, ma a giudicare dalla passione con cui parla del suo «secondo lavoro», c’è da augurarsi che altri seguano le sue orme. Maggiori informazioni sono disponibili su www.toscoemiliano.it, il sito dedicato alla liuteria classica artigianale carrarese creato proprio da Girometta.
Nota: L’articolo è stato pubblicato da La Nazione
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