Dialetto
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Venerdì 03 Giugno 2011 11:42 |
L' FRED CALD Parlando di ambienti di lavoro è stato emblematico l'episodio avvenuto nella officina della segheria (di marmo) Donati. Carlo Tigneta vi lavorava come tornitore In ogni segheria esisteva una officina meccanica per il pronto intervento e la riparazione, dei macchinari atti alla lavorazione del marmo. L'officina, nella segheria di "Donati", dove lavorava Carlo d' Tigneta, con la mansione di tornitore, era l'esempio di come i padroni abbiano sempre considerato la manutenzione un male necessario, su cui non vale la pena di spendere una lira. L'officina era un capannone tutto vetrate, o per lo meno lo sarebbe stato quando in un futuro improbabile avrebbero messo i vetri. Era gennaio, uno di quegli inverni che i ricordi ci dicono freddissimi. Carlo è dietro al suo tornio, l'inseparabile "pepelina" ben calzata sulla testa, la sciarpa arrotolata attorno al volto lascia scoperto solo gli occhi, le spalle ritirate, ed ogni tanto un brivido lo scuote. Entra, in quella ghiacciaia Donati, il padrone. Questo il dialogo : -Adora Carlo, a ne propri fred.... è ? Carlo reclina un poco il capo e ripete l'ultima vocale -E'? Donati se ne va. Il mattino dopo la scena si ripete. - Adora Carlo, a ne propri fred... è ? Carlo lo guarda, reclina su un lato il capo, e : E' ? t't'sen v'nut a scaldar ? Racconto tratti dal libro "UN ZIGHININ D'L'AVENZA" scritto da FRANCO MENCONI
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