Il comune d'l'Avenza |
Le note che seguono sono tratte da Aldo Cecchini L'AVENZA, Celani, 1988. Segretario del Comune fu eletto Desiderio Menconi, il tricolore venne innalzato sulla fortezza Castruccio. Come primo atto il Comune proclamò l'annessione del suo intero territorio allo stato piemontese chiedendone protezione. Poi abolì la tassa sul grano, la famosa tassa sul macinato e proclamò il libero Comune di L'Avenza annesso alla Patria italiana. Il Governo Piemontese aderì alla richiesta di protezione e incaricò la Sovrintendenza di polizia di Sarzana di inviare a L'Avenza un presidio di cento Reali Carabinieri. Il 10 aprile 1848 i municipi di Massa e di Carrara organizzarono con l'ausilio dei parroci una votazione per l'annessione al Granducato di Toscana. Ma il Comune di Avenza non aderì perchè rimase fedele alla sua impostazione: Carlo Alberto Re d'Italia. Il 12 maggio 1848 Leopoldo II di Toscana decretò l'annessione di Massa Carrara al Granducato, ma il territorio di Avenza era sempre presidiato dai Carabinieri piemontesi. Dopo la sconfitta di Custoza di Carlo Alberto, avvenuta il 25 luglio, tra le clausole del successivo trattato di pace, fu inserito un passo che riguardava anche Avenza: il governo piemontese dovette accettare di condividere il presidio della cittadina con i Carabinieri Toscani. Sul finire del 1948 anche ad Avenza vennero indette le consultazioni per decidere l'annessione. La data fu fissata per la domenica prima di Natale e, nonostante le pressioni delle autorità ecclesiastiche, si recarono al voto tutti gli uomini maggiorenni ed in 347 votarono per il Piemonte e l'Unità d'Italia e solo 2 per il Granducato. Commenta ironico Cecchini : Forse questi due voti furono del priore e del sagrestano. Dopo la sconfitta di Carlo Alberto a Novara, nel marzo 1949, il piccolo comune tentò di resistere, ma con il rientro del Duca Francesco V venne decretato lo stato di assedio, che in pratica durò fino al 1957. I patrioti avenzini furono perseguitati e diedero origine a diverse società segrete, per continuare comunque la cospirazione e la lotta, i loro capi, Desiderio Menconi e Fortini, furono uccisi. Il momento dell'insurrezione finalmente arrivò quando il 23 aprile 1859 quando l'esercito franco-piemontese, guidato dallo stesso Napoleone III attaccò a Milano l'Austria, mentre Garibaldi impegnava gli austriaci a nord. Racconta Cecchini: Tutti i 350 uomini di L'Avenza che dieci anni prima avevano votato per l'Unità d'Italia sapevano a memoria il da farsi. Insorsero come un solo uomo! Le campane della chiesa suonarono a distesa e la cittadina divenne una festa di tricolore. Gli uomini di L'Avenza arrivarono alla dogana con lo stato sardo e sconfinarono nel massese lanciando la lieta novella. I segugi del tiranno Francesco V svanirono nel nulla. L'incendio divampò a Firenze, a Modena ed a Parma, nello Stato della Chiesa. Ovunque in quelle città si proclamò l'annessione al Piemonte, come il piccolo glorioso comune di L'Avenza aveva già fatto dieci anni prima, prima di tutti!. Il Decreto che sanzionò la nascita del Comune di Avenza è del 27 dicembre 1859, firmato da FARINI, dittatore delle province modenesi, parmensi e delle romagne, dal Ministro di Grazia e Giustizia e Culti CHIESI e dal Ministro dell'Interno MAYR. Ma il 19 gennaio 1866 il Consiglio Provinciale di Massa-Carrara cancellò il Comune di Avenza che durò quindi 18 anni, dal 1848 al 1866. |