Avenza figlia della strada |
Storia di Avenza |
Venerdì 03 Giugno 2011 12:03 |
Oltrepassato il ponte sul torrente Carrione (il Flumen Aventia della "Tabula Peutingeriana") il torrione della fortezza di Avenza,attribuita a Castruccio Castracani, ma ampliata successivamente,accoglie i visitatori dell'antico borgo citato anche dal Petrarca di ritorno da Avignone. Era punto strategico e passaggio obbligato per chi percorreva l'itinerario costiero tirrenico. E' ancora riconoscibile il tracciato delle antiche mure grazie a una torre d'angolo, accanto alla casa castellana, e la porta del borgo murata incuneato nelle palazzine settecentesche innalzate sul fossato. La chiesa di San Pietro, anche se l'impianto risale al XVII secolo, e' una delle piu' antiche del comune di Carrara. lo stemma dei Vescovi di Luni indica, in facciata, l'antica appartenenza. Presso di essa esisteva l'ospitale di Sant'Antonio che si ritiene fondato dagli abati di Sant'Antonio di Vienne nel Delfinato. Qui' un ospedaliere dava soccorso ai pellegrini, agli infermi bisognosi e raccoglieva i trovatelli lasciati sulla strada. All'interno, sullo stipite del portale della chiesa medievale oggi murato in un pilastro dell'orchestra, sono ancora visibili le tracce dei pellegrini: dei graffiti con monogramma di Cristo. La chiesa conserva un prezioso crocefisso tardo medievale che la tradizione dice provenire da Luni. E' considerato miracoloso.I viandanti beneficiati chiedevano si cantasse il Te Deum al suo cospetto. Un tempo esisteva la "confraternita del Crocefisso" per l'assistenza ai devoti. Dell'antica chiesa si conservano un'icona marmorea gotica della Madonna con Bambino, un tabernacolo, sempre gotico, nel battistero e una lunetta in marmo con Cristo risorto tra gli angeli(sec.XV) sull'ingresso del cortile della canonica. Interessanti le stratificazioni cinquecentesche all'interno: oltre al fonte battasimale e a una acquasantiera, una serie di sculture erratiche attribuite alla bottega postuma di Bartolomeo Ordonez (Pietro Aprile, Giovanni da Fiesole, Girolamo Santacroce) destinate alla Spagna e rimaste allo scalo di imbarco: S.Pietro, S.Marco, S.Antonio Abate, Madonna con Bambino oltre a due nicchie a conchiglia con figure della Speranza e della Carita' (sul portale). Il San Francesco in una delle due nicchie e' copia moderna. Pregevoli anche gli arredi barocchi: il pulpito, l'altare maggiore, del Crocifisso e di S.Antonio (modificato nel 1932) Le navate laterali sono frutto di un allargamento avvenuto nell'ottocento a spese dell'Ospedale e della Canonica.Sono dell'epoca gli altari neoclassici delle absidi laterali ed una figura femminile in bassorilievo di una sepoltura; ottocentesco anche l'organo (Serafino Paoli da Empoli 1852) e il concorto a tre campane (1869-1870).Alcuni interventi discutibili di ristrutturazione avvennero tra le due guerre con la collocazione di statue di legno gardenesi nell'altare dell'Addolorata e di S.Antonio (e con rimozione della pala dei SS Antonio ed Erasmo, oggi esposta nel transetto) Nel maggio 1944, un bombardamento danneggio' gravemente l'edificio. Del periodo della ricostruzione sono le pitture sulle volte di dante Antoni, e l'ancona del purgatorio di Ettore Paganini >>>>>> Pietro Di Pierro |