Secondo la scienza, che nega a priori ogni possibilità di interferenza tra il mondo terreno e l’aldilà , non esistono. Per chi ci crede, invece, si tratta di apparizioni di defunti, delle anime dei morti che riescono a manifestarsi ai vivi, per chiedere aiuto o per terminare qualcosa che quand’erano dentro a un corpo fisico non sono riuscite a ultimare. Stiamo parlando dei fantasmi, presenze incorporee, spesso avvolte in sudari luminescenti, non di rado rumorose, che secondo le credenze popolari compaiono nottetempo in luoghi lugubri, cari alla filmografia dell’orrore, come vecchi castelli, case diroccate o cimiteri. Nel nostro territorio, i primi agglomerati urbani sorsero attorno a Vezzala, dove sono state ritrovate anche delle tombe a cassetta con copertura etrusca, e a Caina, che si sviluppa sulla riva destra del Carrione, luogo definito «di sofferenza e di dannazione», perché lì venivano reclusi e sacrificati gli schiavi ribelli.
La fondazione di Carrara si colloca alle soglie dell’anno 1000, all’interno di un circuito di mura protettive comprese tra le attuali piazze del Duomo, Alberica e Accademia. Le terre fuori dalle mura vennero usate come cimiteri, ma su quelle zolle, nel corso dei secoli, sono state costruite case su case, «turbando la quiete delle anime dei morti», si dice, e scatenando «fenomeni strani», da molti attribuiti alla proprio ai fantasmi. Noi, con la titubanza di chi crede solo a ciò che vede e tocca con mano, abbiamo svolto una paziente ricerca, accompagnati da Paolo Pratali, che sta realizzando un servizio per Teleriviera. Al termine di questo «viaggio nell’occulto», siamo addirittura in grado di proporvi una «mappa dei fantasmi»! Ci sia consentito precisare, tuttavia, che nella tradizione orientale e in quella greca e romana l’apparizione dei fantasmi non è associata al sentimento della paura, e nei racconti per bambini ci sono anche i fantasmi buoni e simpatici… Ad ogni buon conto, decliniamo ogni responsabilità per gli eventuali brividi che potrebbero corrervi lungo la schiena!
Ecco il «giro di giostra» tra gli «spiriti vaganti». Pronti? Giù il gettone, si parte!
Villa Quaglino, zona San Martino. Il fantasma del vecchio e mansueto Quaglino vaga da oltre 200 anni. Voci di popolo ne narrano l’avvistamento da parte di un commesso che stava rifornendo di gasolio la caldaia della magione. Questi riferì ai padroni di casa, che lo guardarono increduli, di aver incontrato in cantina una figura curata, barba folta e capelli bianchi, che ebbe parole gentili. Mentre parlava, posò gli occhi su un grande quadro e gridò: «Eccolo lì, è lui!». «Ma se è morto da 200 anni!», risposero sempre più sbigottiti i presenti…
Villa a tre piani, mezzo diroccata, a ovest sulla collina all’ingresso della città . Si racconta che non è più possibile vivere tra quelle mura «perché giorno e notte si sentono voci profonde, urla, sbattimenti di porte». Pare che un tempo la dimora fosse abitata da un macellaio, avvezzo a violentare e sacrificare le sue amanti…
Ex atelier degli scultori Beretta, Palazzo Bonatti, in via Cavour, direzione San Francesco. «Tra il 1979 e il 1991, in un fondo a piano terra aveva sede l’associazione culturale «Atelier». Si vocifera che alcune persone, in tempi diversi, avvertirono una vibrazione che nasceva dal nulla. Interrogati dai gestori del locale, essi indicavano sempre la presenza di una persona pacifica che continuava a lavorare seduta alla sua scrivania… che ovviamente non c’era!
Via Mazzini 10. Edificio degli anni ’30, costruito dove un tempo c’era un cimitero, i cui resti si troverebbero ancora a 30 metri di profondità . Pare che qui vagassero più di 30 fantasmi, alcuni persino di origine araba, con tanto di tubanti in capo, «portatori di energie maligne». Tali spettri, giurano nei paraggi, sono stati cacciati da uno studioso dell’occulto e la situazione è via via migliorata…
Via Rosselli, nel palazzotto già sede dell’esattoria della Cassa di Risparmio di Carrara, e in vicolo San Piero, nella vecchia cantina de «La Massesa». Nelle due vie che si incrociano, ci sono due locali pubblici «infestati da fantasmi irrequieti» che, assicurano gli «esperti», fanno di tutto per mettere i bastoni, ehm, le catene, di traverso agli sventurati commercianti. Dicono che uno sia lo spettro di un giovane imprenditore morto a seguito di una terribile malattia, che alberga in via Rosselli, mentre l’altro sarebbe l’anima di una donna, detta «la massesa», una bottegaia che mesceva vino e vendeva alimenti. Le vite tribolate che i due hanno condotto non avrebbero permesso ai loro spiriti di uscire da quelle mura…
Via Loris Giorgi, una delle più corte e importanti della città . Vi si trovano palazzi costruiti tra il ’400 e il ’700 e i «sensitivi» la definiscono una «via spirituale», poiché vi registrano numerose presenze di personaggi curiosi in cerca di… fissa dimora. In quello che fu un antico convento, pare si trovi ancora una suora dedita notte e giorno alle sue faccende di casa. «È un fantasma mite – spiega un medium – e difficilmente entra in contatto con i vivi, anche se più volte i proprietari di un locale (che ci pregano di ometterne il nome «per non turbare i clienti», ndr) hanno trovato strane orme in terra…». Davanti all’ex convento, nel Palazzo Lazzoni, alcuni operai addetti al restauro dell’appartamento di una nota professionista trovarono e rimossero da una parete i resti di una piccola tibia. Dopo tale «disturbo» sembra che si siano verificati casi di levitazione di oggetti e indumenti, che avrebbero fatto fuggire una cliente dello studio a gambe levate! In seguito, c’è stato pure bisogno di un esorcista… Più avanti, c’è un’oreficeria, oggi chiusa «per disperazione». Si sostiene, infatti, che in quel «locale maledetto» succedevano episodi incredibili, quali la sparizione di oggetti chiusi in cassaforte, che poi si materializzavano dopo diverso tempo in altro luogo. Tutta colpa, si dice, del fantasma del vecchio gestore di quel locale, un ex pugile che amava menar le mani. Via Giorgi confluisce in piazza Alberica, dominata dal Palazzo del Medico, residenza autorevole di Maria Beatrice d’Este, duchessa sovrana di Massa e principessa di Carrara: nel palazzo si segnalano «stranezze», ma nessuno, chissà perché, qui osa parlare apertamente di fantasmi.
Via VII Luglio. Là dove si trovavano i «bordelli», e cioè a Puccinetta, al Boccalone e alla Porta del Bozzo, i sensitivi avvertono «sensazioni agghiaccianti e insopportabili». Qualcuno azzarda a dire che potrebbero essere le anime dei «figli del peccato»…
Bene: ora che, metro più metro meno, sapete dove cercare i fantasmi, vi starete anche chiedendo se tutti possono vederli o ascoltare lo sferragliare delle loro catene... Certuni sentenziano che «gli spiriti si vedono con la coda dell’occhio quando si è rilassati»; i più tecnologici, invece, suggeriscono di registrare le loro voci e i loro rumori con appositi strumenti; altri ancora propongono di scattare foto con macchine speciali… Insomma, ciascuno scelga il metodo che preferisce: l’importante è avere cieca fiducia nell’aldilà . Fiducia che… anima, è proprio il caso di dirlo, i cultori della vita ultraterrena, secondo i quali, manco a dirlo, la morte non esiste.
«Come ci si spoglia degli abiti alla fine della giornata – ci viene spiegato, e noi riferiamo testualmente – così l’anima si spoglia del corpo umano quando quest’ultimo dorme. Morire è semplicemente l’atto di nascere su un altro piano dell’esistenza. Gli esseri umani – prosegue la breve lezione di fede – posseggono delle auree, profili colorati che circondano il corpo. Al momento della morte la luce svanisce, mentre l’io abbandona il corpo per compiere il viaggio verso uno stadio successivo di esistenza. L’io diventa un fantasma, vaga un poco a caso, forse stordito dall’improvviso choc della liberazione del corpo, e talvolta non trova subito la strada…».
Burloni o perfidi che siano, c’è da giurare che molti di voi si augurano di non incrociarla mai quella strada smarrita da uno dei tanti fantasmi nostrani. A meno che non vogliate diventare… acchiappafantasmi! Con la penuria di lavoro che c’è, potrebbe essere la soluzione di tanti problemi…
Nota: L’inchiesta è stata pubblicata da La Nazione oggi, 30 marzo, in Cronaca Carrara, pag. X: di Massimo Binelli
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